Come
sono nati i virus informatici
La scrittura e la produzione del codice
e dei programmi informatici si
evolve in continuazione. Il concetto di virus, un vero e proprio
"codice maligno" in grado di rallentare o bloccare
l'attività di una macchina - è nato insieme alla
cibernetica moderna.
Nel 1949 John Von Neumann - uno dei padri
della moderna scienza dei calcolatori - descrisse dei programmi
autoreplicanti strutturati come
i moderni virus informatici.
Il primo codice autoreplicante effettivamente attivo fu quello del
gioco
Core Wars apparso negli anni 60. Questo, una volta in esecuzione, si
riproduceva nella memoria delle macchine degli altri giocatori fino a
causarne la saturazione e il blocco.
Il creatore del
gioco scrisse anche il primo antivirus - chiamato Reeper - che era in
grado di distruggere le
copie multiple di Core Wars.
Con l'avvento dell'informatica di massa e della standardizzazione dei
sistemi operativi iniziata con il
dos microsoft, la diffusione di codice pericoloso assurse a fenomeno di
massa. Suriv-02 nel 1987
infettò migliaia di computer, sfruttando una falla di
sistema e aprendo
la porta al famigerato Jerusalem.
La diffusione di internet e dei collegamenti di rete hanno aumentato
la possibilità di infezione. Nel 1999 Melissa
causò il blocco e il malfunzionamento di decine di migliaia di
computer
diffondendosi in pochissimo tempo su tutto il pianeta. Oltre ai virus,
altri codici come spyboot e data miner inviano
informazioni su come navighiamo in rete, sui siti che visitiamo e sulle
nostre preferenze. Altro fenomeno è quello dei dialer che
modificano il numero telefonico della connessione e indirizzano
l'utente ignaro verso esose linee a pagamento.
I sistemi operativi con sorgenti documentati sono relativamente immuni
a tutto questo. Soprattutto quelli derivati da Unix, sono
difficilmente aggredibili e, il loro codice aperto, permette
l'eliminazione di eventuali falle di sicurezza in tempi brevi. A
differenza dei software proprietari privi di qualsiasi documentazione
dei sorgenti, i sistemi aperti consentono la correzzione degli errori e
dei bug a chiunque sia in grado di farlo.
Non
solo Linux
Le resistenze ad usare sistemi
open-source sono note. La
difficoltàa nello scambio di files e programmi, l'assenza di
applicazioni office e le procedure di installazione tengono alla larga
gran parte degli utenti da potenzialità e caratteristiche
interessanti. Per anni con Linux era possibile amministrare una rete o
eseguire number crunching ma non impaginare una lettera in modo decente
...
Fortunatamente c'è una invarsione di tendenza importante.
Suite di programmi
come Openoffice
permettono una produttività identica a quella
dei programmi microsoft su molte piattaforme operative. Inoltre la
tendenza dei sistemi aperti come Linux o Unix bsd è quella
di semplificare l'installazione e l'uso del computer con interfacce
grafiche accattivanti e tools
sempre più sofisticati.
Oltre a questo pensate che il mondo Apple, con il nuovo sistema X, ha
creato un ambiente Unix-like veloce e stabile e con un'interfaccia
grafica veloce e accattivante che è diventata un modello per
tutti gli sviluppatori.
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